Non ho paura di
dire la mia sul nuovo Papa, da atea convinta, specie da quando ho saputo che il
papa precedente sosteneva che proprio gli atei dimostrano spesso una
spiritualità più autentica dei praticanti che si credono giustificati dalla
propria fede dichiarata.
sposarsi sul sidecar..perché no? |
Non posso negare
che la prima vista di questo Francesco, e l’ascolto delle sue prime parole, mi
ha rimandato spontaneamente al ricordo che conservo con affetto dentro di me,
di un frate francescano che quando lavoravo in città incrociavo spesso in
moto...io sulla mia Yamaha SR e lui sulla sua vecchia Guzzi (una V50, se non
ricordo male). Guidava col saio addosso e i sandali, e al massimo metteva una
giacca a vento azzurra sul saio, se proprio il tempo era di merda. Peccato che un vecchio
integrale in testa mi abbia sempre impedito di vederlo in faccia. Ma era senza
dubbio un essere “eccezionale” cioè: faceva eccezione, non solo tra i frati, ma tra
gli uomini. Un’immagine perfetta: con una moto dall’aspetto vissuto come un
vecchio cane fedele, non dava l’idea di possedere un bene materiale inacettabile,
ma solo uno strumento che evidentemente gli era comodo per le sue
peregrinazioni in una società moderna e caotica. Pensandoci meglio,
l’atteggiamento da outsider del nuovo Francesco mi ha ricordato anche
quell’indimenticabile scena di uno dei primi film comici di Buster Keaton, The
scarecrow, dove due fidanzati in fuga su un sidecar imbarcano casualmente un
prete e lo incaricano di sposarli proprio mentre scappano: Buster, tenendo coi
piedi il manubrio della Harley, svita un dado dal serbatoio e lo infila al dito
della sposa nel carrozzino per sigillare l’atto, dopodiché finiscono a mollo
dentro un fiume, senza che il prete faccia una piega, finendo di officiare la
cerimonia in piedi, tra la moto e il carrozzino: degno, amorale, paziente,
amabile.
Con questo, non
che mi faccia troppe illusioni, ma nutro umanamente fiducia che quest’omino
semplice possa mantenersi incorrotto, e risultare davvero un punto di svolta.
Forse perché quel che è sempre apparsa immutabile come la mafia e la camorra,
in Italia, incancrenita nei propri costumi ambigui, è la Chiesa, e la
possibilità che si sia potuto insinuare qualcuno in grado di far tremare le
fondamenta, è qualcosa che mi riempie di eccitazione.
Un gran modello
di efficienza, poi, questa Chiesaccia: mentre grillini, vespe e calabroni si
azzuffano nei loro ambienti e non riescono a venire a un accordo, vescovi e
cardinali risolvono la questione in un lampo, e abbiamo prima il papa nuovo che
un parlamento accettabile, in grado di tirarci su dal fango. Questo mi ricorda
più una scena alla Peppone e Don Camillo, dal momento che i cattolici infestano
l’ambiente politico, e i peggiori di loro hanno nel DNA proprio l’istinto di
battibeccare con quelli di sinistra, ovvero: non di difendere i deboli, o i
poveri, ma la Chiesa e il suo potere. Ricordo che da bambina ridevamo, mio
padre e io, guardando gli episodi di Don Camillo e Peppone: in fondo erano due
buoni diavoli entrambi, eppure, visti più da lontano, oggi, erano il più
efficace ritratto di un paese tendenzialmente “al maschile”, votato
all’infantilismo, all’individualismo, alla zuffa.
la moto di Peppone, rifatta dall'amico C. Frontalini |
Infine: sembra
che cattolici e NON cattolici abbiano affollato la piazza per non perdersi “un
avvenimento storico”, per sentirsi parte della Storia, ed è curiosa questa
necessità, di assistere all’ascesa di un altro...anziché curarsi costantemente
della propria ascesa, intesa come maturazione intellettuale. Come possiamo
lamentarci dell’assenza protratta di un governo diverso, se noi stessi
dimostriamo di non aver bisogno d’altro che di pecorai, che sappiano guidare il
branco?
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