…Quanto tempo è passato?
Non
un’esclamazione, ma una domanda, che normalmente, nel mio caso almeno, apre una
pagina di seghe mentali. Del resto, quando ci vuole ci vuole.
![]() |
On Any Sunday, 1970. |
Successe più o
meno lo stesso quando vidi un’amica di una mia amica, a Castiglioncello, più o
meno nello stesso periodo, mentre inforcava la sua due tempi da corsa. Provai
un brivido, anche se la voce di quella moto, sentivo che non m’apparteneva, che
non era quella che io avrei scelto per me. Già, ma quando? Quanto tempo è
passato da allora?
![]() |
On Any Sunday, 1970. |
Non racconterei
nemmeno qui sul blog che oggi compio 42 anni se non fosse stata la rete a
farmi sentire come non avrei mai voluto.
Una volta ho
scritto un articolo per Motociclismo Clásico, in Spagna, su On
Any Sunday. E mi venne spontaneo iniziarlo celebrando il fatto che il film
risale all’anno in cui sono nata, e che anche solo per questo, io ritenevo di
avere qualcosa di valido nel mio curriculum, già in partenza.... Nel 1970, Steve McQueen, con Malcom Smith e
l’altro pilota amico di cui ora non ricordo il nome, sono protagonisti di
un’indimenticabile sequenza finale (in un film-documentario capolavoro) in cui
giocano a rincorrersi tra le dune, sulle loro moto. Uno schiaffo al tempo,
innanzitutto, alla morte. Un’omaggio a una giovinezza imperitura, a quella parte
bambina che ci mantiene vivi, che mantiene vivi anche quelli che se ne sono
andati, o che se ne andranno dopo aver vissuto con intensità.
![]() |
On Any Sunday, 1970 |
Ma per tornare al fatto: tre persone, oggi, mi
hanno fatto gli auguri senza avermeli mai fatti prima, non perché non
volessero, ma perché non sapevano. Come io non sapevo: che facebook segnala il
compleanno dei suoi iscritti a chi figura nel proprio indirizzario, o come si
chiama. Ma chi glielo ha chiesto?
Non sarebbe
nemmeno una cosa da raccontare, se per l’appunto questi auguri non mi fossero
arrivati prima di quelli delle persone (non me ne vogliano, gli altri..)
che amo di più, per le ragioni più varie: impegni domenicali, frenesia, o
problematiche più personali, che oggi mi fanno restare in attesa.
Comunque, per
me è stata dura. Mi è rimbalzato più
evidente che mai il fatto che questi nuovi sistemi nascono, tra gli altri
motivi, per allontanare lo spauracchio della solitudine, il rischio di non
sentirsi almeno un po’ importanti per qualcuno (illusione..). Purtroppo, e non è colpa di queste persone tanto solerti
ovviamente, io mi sono sentita più sola che mai.
E ho pensato al
passato, perché di solito mi riconcilio con il tempo così, provando a me stessa che ho
vissuto, e che malgrado i sacrifici e le fatiche attuali (meno moto, anche..) STO VIVENDO (cogli l’attimo, perché potrebbe non esserci il successivo).
La
colpa, ho pensato, in fin dei conti è degli strumenti che via via abbiamo a disposizione. Il
bianco e nero dei vecchi film, per esempio, ne
stabilisce un’età che solo apparentemente sembra rimontare a un sacco di tempo
“prima” di quello effettivo. Stessa cosa per le foto: quanto più è vecchia la
macchina, tanto più i soggetti dei dagherrotipi e poi delle “vecchie” foto di
famiglia scavalcano le date e fanno pensare “quanto tempo è passato!”
(esclamazione..non domanda). Eppure,
quelle persone che agivano nei primi film muti della storia, e anche dopo, i
protagonisti dei film più amati in bianco e nero, non dovevano soffrire dubbi,
fatiche e inquietudini tanto diverse dalle nostre, e questa è retorica.
Comunque, i loro sentimenti non dovevano essere come il bianco e nero che li ha
mascherati via via, da gente di un altro tempo, più seria (?), meno pazza o
stupida (?), più inconsapevole, e questa forse è l’unica realtà, di quel che
avrebbe combinato il progresso di lì a qualche anno.

Già, ma quanto
tempo è passato?
Conservo in bella
vista, nel mio soggiorno, una minuscola fotografia di quando erano
sposati da poco: mio padre ha gli sci ai piedi, mio fratello di forse 4 anni è sullo
slittino accanto a loro, e sempre mio padre ” fa le corna” dietro la testa di mia
madre mentre lei sorride, ignara. Il momento, l’atteggiamento, è
prepotentemente attuale, ma la mancanza del colore invecchia inevitabilmente l’attimo.
Quelle corna sono il dettaglio di una giovinezza e di un entusiasmo che travalicando
“la tecnica” comunicano che il tempo, in fondo, è un mistero.
Nessun commento:
Posta un commento